La Misericordia rappresenta la più grande sfida per l’uomo, soprattutto nel tempo contemporaneo. Di questo è stato fermamente convinto Giovanni Paolo II il quale nell’Enciclica Dives in Misericordia, aveva affermato che “la mentalità contemporanea forse più di quella dell’uomo del passato, sembra opporsi al Dio di misericordia e tende altresì ad emarginare dalla vita e a distogliere dal cuore umano l’idea stessa della misericordia”.
La festa della Divina Misericordia fu istituita da Giovanni Paolo II nel 2000 durante la Canonizzazione di Suor Faustina Kowalska.
Il suo stesso pontificato è stato sotto il segno della Divina Misericordia. Giovanni Paolo II era fermamente convinto che la vocazione del Vicario di Cristo debba essere immersa nel mistero fontale della divina misericordia e in Ut unum Sint scrive: “Il Vescovo di Roma esercita un ministero che ha la sua origine nella multiforme misericordia di Dio […] Ricollegandosi alla triplice professione d’amore di Pietro che corrisponde al triplice tradimento, il suo successore sa di dover essere segno di misericordia. Il suo è un ministero di misericordia nato da un atto di misericordia di Cristo” (Ut unum Sint, n. 92- 93)
La festa e il culto della Divina Misericordia sono di centrale importanza per la Comunità degli Apostoli della Passione dell’Amore Misericordioso, la quale nasce con il desiderio di formare una famiglia unita, in comunione con l’Amore Misericordioso di Dio, accogliendo l’invito “Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro” (Lc 6,36).
Essa, aderendo al pensiero di San Paolo della Croce secondo il quale la Passione di Cristo “è la più grande e stupenda opera del Divino Amore”, riconosce la massima espressione dell’Amore misericordioso di Dio nella Croce di Gesù. Lo stesso Giovanni Paolo II nell’Enciclica Dives in Misericordia scrive: “Credere nel Figlio crocifisso significa «vedere il Padre», significa credere che l’amore è presente nel mondo e che questo amore è più potente di ogni genere di male in cui l’uomo, l’umanità, il mondo sono coinvolti. Credere in tale amore significa credere nella misericordia. Questa, infatti, è la dimensione indispensabile dell’amore, è come il suo secondo nome”.
La festa della Divina Misericordia per gli Apostoli della Comunità Apam coincide con la conclusione di un ritiro spirituale comunitario annuale della durata di tre giorni, durante il quale si fa memoria dell’identità spirituale di ogni Apostolo e ci si prepara alla festa della Divina Misericordia.
In questo giorno gli Apostoli rinnovano la loro promessa di Alleanza nella comunità.
Quest’anno il rinnovo delle promesse è avvenuto durante la celebrazione eucaristica al Duomo di San Flaviano. Grazie all’accoglienza calorosa e familiare del Parroco Don Enzo Manes, a partire dalle 16 del pomeriggio, la Comunità Apam, guidata dal Padre spirituale e fondatore P. Aurelio D’Intino, ha animato il Cenacolo dell’Amore Misericordioso, culminato con la solenne Celebrazione eucaristica delle 18.30.
In occasione del Cenacolo dell’Amore Misericordioso l’assemblea riunita ha potuto vivere un tempo comunitario di evangelizzazione e di preghiera d’intercessione per i sofferenti nel corpo e nello spirito, per le mani di Maria Addolorata Madre dell’Amore Misericordioso. La catechesi di P. Aurelio D’Intino ha consentito ai fedeli di riflettere sulla spiritualità della Divina Misericordia nell’esperienza mistica di Suor Faustina Kowalska. Proclamata santa nel 2000 da Giovanni Paolo II, è stata destinataria di visioni e rivelazioni confluite in un Diario.
A Suor Faustina Gesù manifestò la sua volontà di raggiungere i peccatori attraverso le viscere della sua Misericordia.
Dal Diario scritto da Suor Faustina citiamo in particolare: “Nessun’anima troverà giustificazione finché non si rivolgerà con fiducia alla Mia Misericordia e perciò la prima domenica dopo Pasqua deve essere la festa della Misericordia ed i sacerdoti in quel giorno debbono parlare alle anime della Mia grande ed insondabile Misericordia” (Diario, p.378).
«In quel giorno sono aperte le viscere della Mia Misericordia, riverserò tutto un mare di grazie sulle anime che si avvicinano alla sorgente della Mia Misericordia. (…) Nessun’anima abbia paura di accostarsi a me, anche se i suoi peccati fossero come lo scarlatto»
(Diario, p. 441)
Dalle promesse legate alla Festa della Divina Misericordia e dalla richiesta di celebrarla la prima Domenica dopo Pasqua, si comprende l’esistenza di una profonda connessione tra il mistero pasquale della Redenzione e il mistero della Divina Misericordia.
Il messaggio della Divina Misericordia ci richiama a diventare uomini e donne di grande fiducia.
Con l’invocazione “Gesù, confido in Te”, suggerita da Gesù a Suor Faustina, gli uomini ricevono in consegna l’atto di abbandono che “squarcia le nubi più dense e fa passare un raggio di luce nella vita di ciascuno”.
Guardiamo a Maria Addolorata Madre dell’Amore misericordioso, colei che sempre confido’ in Dio accogliendo il dolore della Croce con piena fiducia nel suo Amore di Padre, per essere da lei condotti alla gioia della Resurrezione.
Mirta Di Nicola
